Il RRAC (Rodenticide Resistance Action Committee) è il gruppo di lavoro al quale partecipano alcuni tra le maggiori aziende produttrici di rodenticidi in Europa con i loro tecnici più esperti. Il suo obiettivo è quello di contribuire alla prevenzione delle resistenze mediante la stesure di linee guida e attività formative rivolte agli utilizzatori di questi prodotti. Nel settembre 2015 il RRAC ha pubblicato la prima versione delle linee guida per la gestione della resistenza agli anticoagulanti.
Lo sviluppo della resistenza dei ratti e dei topi ai Rodenticidi è uno dei maggiori rischi per l’igiene pubblica e per il settore della disinfestazione. A differenza che nel campo degli insetticidi, dove sono disponibili molecole a diverso meccanismo d’azione, nei rodenticidi il controllo chimico è quasi del tutto basato su principi attivi anticoagulanti che agiscono sullo stesso sito, ovvero l’enzima che sintetizza la forma attiva della vitamina K, a sua volta fattore essenziale per la sintesi dei fattori della coagulazione del sangue. Diventa essenziale per cui prevenire l’insorgenza delle resistenze in quei paesi europei dove ancora la resistenza non è presente, come ad esempio l’Italia. Per evitare di sottoporre topi e ratti a forti pressioni selettive, è di fondamentale importanza agire in una logica di Integrated Pest Management, ovvero:
- effettuare un accurato monitoraggio dell’area dove operare: estensione dell’infestazione, luoghi utilizzati come tane, fonti di alimentazione della colonia di roditori, tracce di attività (nelle tre dimensioni!);
- controllo con mezzi meccanici/fisici: da considerare soprattutto quando il rischio di trattamento chimico è considerato troppo elevato;
- gestione dell’habitat: identificare e modificare tutti quei fattori che favoriscono l’insediamento e la riproduzione dei roditori;
- trattamento chimico: dovrà prendere in considerazione non solo la sostanza attiva utilizzata, ma anche la formulazione del prodotto e la sua presentazione e collocazione;
- Registrazione dei sopralluoghi e dei trattamenti effettuati (chi, quando, cosa ha utilizzato…);
- Sopralluoghi e verifica dei risultati: se si utilizzano esche, il sopralluogo per verificare andamento dell’infestazione e dell’eventuale trattamento dovrebbe essere effettuato ogni 18-35 giorni.