Disinfestazione mosche

Le mosche appartengono all’ordine dei Ditteri Ciclorrafi (così definiti per il nome dell’orifizio di forma circolare della pupa da cui fuoriescono gli adulti) e alla famiglia dei Muscidae e Calliphoridae che a loro volta si suddividono in varie sottofamiglie e generi.

Infatti, il termine “mosca” è molto generico ed indica un complesso di forme viventi in aree climatiche completamente differenti tra loro.

Mosche domestiche

La Mosca Domestica e’ sicuramente quella più diffusa in tutte le parti del mondo, ed e’ facilmente riconoscibile per le 4 bande scure longitudinali presenti sul torace; possiede un particolare apparato boccale che le permette oltre di ingerire cibi liquidi, anche di riuscire a liquefare alcuni cibi solidi rigurgitandovi la propria saliva. La sua presenza e la sua diffusione sono senz’altro da addebitare ad alcuni comportamenti dell’uomo, in quanto l’accumulo di rifiuti e di altre sostanze organiche in decomposizione, favorisce la deposizione delle uova a gruppi di 100 o 200 unità per volta. Dalle uova, nel giro di poco tempo, anche di poche ore, fuoriescono le larve che incominciano a cibarsi di lieviti e batteri; dopo due mute, le larve migrano in ambienti abbastanza asciutti per trasformarsi in pupe. Le dimensioni delle larve, delle pupe e degli adulti sono sicuramente influenzate dalla quantità del substrato alimentare messo loro a disposizione, mentre la durata dello sviluppo larvale e’ sicuramente influenzato dalla temperatura e dal grado d’umidità. La mosca Domestica e’ caratterizzata da un ciclo di sviluppo estremamente rapido ed in base alle variazioni di substrato alimentare, di temperatura e di umidità precedentemente evidenziate, si può calcolare che si può completare in un intervallo che va dagli 8 ai 50 giorni. Il potenziale riproduttivo e’ altissimo in quanto riesce, alle nostre latitudini, a compiere una media da 7 a 16 generazioni l’anno. E questo vuol dire che, escludendo i fattori limitanti, da una sola coppia di mosche e in otto generazioni successive , si possono ottenere quasi 1.000.000 di miliardi di adulti; questo esclusivamente in linea teorica in quanto, fortunatamente, ci sono i fattori limitanti che riducono l’incremento numerico di tale specie ; tra questi fattori sicuramente quello che ha maggior rilevanza (oltre il 90%) e’ la mortalità naturale dovuta a predatori naturali della mosca (vespe, coleotteri, uccelli, formiche etc), a parassitoidi imenotteri (Chalcididae) e a funghi parassiti (Enthomophthora muscae) ecc. Pertanto, in un piano di lotta, e’ da tener presente che con gli interventi chimici antilarvali e adulticidi si possono distruggere anche quelli che sono i nemici naturali delle mosche, ottenendo, in tal modo, solo risultati devastanti per l’equilibrio dell’ecosistema.

Oltre la Mosca Domestica, si ritiene opportuno attirare l’attenzione su altri tipi di mosche come ad esempio la Fannia Canicularis che, a differenza della prima, è di dimensioni più piccole e le larve vivono nel medesimo substrato alimentare che permette lo sviluppo della Domestica; a differenza di questa però appare precocemente in primavera e si differenzia anche per la sua abitudine di volare incessantemente senza sosta o a zig-zag intorno a lampadari pendenti, anche se non illuminati, o negli atri ombreggianti.

Altra mosca di facile rilevamento, soprattutto in ambiente rurale, è la Stomoxis calcitrans più facilmente individuabile come “mosca pungente” o “mosca cavallina”; è caratterizzata da apparato boccale pungente-suggente e la sua larva predilige, come ambiente di sviluppo, la paglia delle lettiere degli animali o le concimaie; punge preferibilmente gli animali ma, non disdegna qualora n’avesse l’occasione, anche l’uomo.

Anche le mosche appartenenti alla famiglia Hippoboscidae sono comunemente definite “mosche cavalline” poiché posseggono anche loro un apparato boccale pungente-suggente; a differenza della Stomoxis posseggono degli artigli molto robusti che servono ad attaccarsi sul corpo dell’animale e/o, occasionalmente, dell’uomo. Inoltre si differenziano perché sono vivipari, vale a dire le larve sono rilasciate dal corpo materno solo a maturazione raggiunta e poi passano alla fase di pupa in breve tempo.

 

Per completare un quadro generico dei ditteri ciclorrafi, si ritiene opportuno evidenziare le due famiglie dei Sarcofagidi e quella dei Calliforidi cui appartengono i cosiddetti “mosconi”, che, dotati di olfatto straordinario (recepiscono un odore anche a distanza di svariate centinaia di metri se non di qualche chilometro), penetrano negli ambienti alla ricerca di substrati alimentari ricchi di proteine per deporre le uova. I Sarcofagidi sono caratterizzati da un corpo grigiastro con strie longitudinali più scure sul protorace. I Calliforidi sono caratterizzati da una forma più tozza e da striature di colore metallico che può variare da un verde-dorato (genere Lucilia) ad un blu (genere Calliphora). Entrambe le famiglie possono deporre le uova all’interno di cadaveri di animali o anche su escrementi ed altre sostanze organiche in decomposizione; le uova, molto rapidamente si schiudono e la larve che ne derivano completano il loro ciclo biologico nell’arco di una settimana, dopodiché cercano un terreno asciutto dove trascorrere la fase di pupa successivamente alla quale divengono adulti. Tra i mosconi più diffusi nell’ambito urbano si ricorda: Calliphora erytrocephala (vicina); Calliphora vomitoria; Lucilia sericata; Lucilia caesar; Sarcophaga carnaria; ecc.

Contattaci